Il nostro Liceo ha come mission l’accoglienza e l’inclusione di tutti gli alunni nella scuola e si pone quindi come obiettivo lo sviluppo e l’integrazione degli alunni stessi. Questo ha come presupposto una condivisione tra scuola e famiglia degli obiettivi per la costruzione dell’appartenenza e della partecipazione ad una comunità di pratiche e di relazioni positive. All’interno del liceo poi si auspica un’ulteriore attenzione alla creazione di relazioni centrali volte a potenziare modelli di insegnamento, pedagogico-didattici, socio relazionali, in grado di rispondere alla presenza di “pluralità” per superare il principio dell’omologazione formativa.
La scuola promuove l’idea/concetto di “sostegni distribuiti” e supera la definizione di deficit e/o svantaggio.
«L’inclusione implica il cambiamento: è un percorso verso la crescita illimitata degli apprendimenti e della partecipazione di tutti gli alunni, un ideale cui le scuole possono aspirare ma che non potrà mai realizzarsi compiutamente». (Booth e Ascow)
Quindi, la scuola assume la responsabilità in ordine alla forte relazione che intercorre tra cultura organizzativa ed esiti dell’apprendimento scolastico. La scuola agisce una pluralità di strategie: osservative / motivanti / relazionali / didattiche / responsabilizzanti / meta cognitive / narrativo-esistenziali. La scuola agisce un’idea di inclusione che non sia solo metodo, ma una pratica ETICA, fondata sulle relazioni esplicite ed implicite. La scuola concepisce la personalizzazione come una logica di fondo attraverso la quale leggere l’azione didattica, nella pluralità delle sue forme. La scuola ha imparato che non esiste un caso di successo didattico, ma un progetto di vita e che il ruolo di insegnante non è quello di stare al traguardo, ma di incitare lungo il percorso.
Tra i soggetti che esprimono bisogni educativi speciali ( ma sarebbe più corretto parlare di diritti educativi essenziali, come suggerisce una moltitudine di documenti internazionali), i disabili certificati ai sensi della L.104/92 hanno una tutela piena che include servizi assistenziali ed il sostegno educativo ad opera di figure specializzate.
Per questo motivo nell’Istituto è presente la figura del referente per la disabilità. Le sue mansioni si possono così riassumere:
- coordina l’area dei docenti di sostegno
- è responsabile dell’organizzazione ordinaria di tutte le attività di sostegno alla disabilità
- è referente per i colleghi e per gli assistenti educatori
- provvede alla sostituzione dei docenti assenti e alla riorganizzazione del servizio
- si relaziona con i cdc e con i coordinatori del cdc in caso di bisogno
- cura la coerenza delle specifiche progettualità (PEI) con i bisogni delle classi e degli studenti e con il progetto di Istituto
- è referente per la relazione con le famiglie, gli EE.LL e le UONPIA del territorio
- cura le relazioni con il CTI 1 Ambito di Bergamo
- cura le relazioni con le famiglie e le scuole dei ragazzi che intendono iscriversi in futuro
Per favorire al massimo il benessere degli alunni e la loro integrazione all’interno della scuola, ogni anno vengono attivati dei laboratori di tipo pratico ed espressivo/creativo.
Questi laboratori sono momenti di lavoro di gruppo di ragazzi diversamente abili iscritti a classi diverse, quando possibile affiancati anche da compagni di classe.
Le attività laboratoriali costituiscono per i nostri ragazzi un’importante occasione di apprendimento, che integra gli interventi didattici individualizzati degli insegnanti di sostegno e degli assistenti educatori e le ore di lavoro autonomo in classe.
Nei laboratori i ragazzi possono esprimere altre potenzialità con linguaggi anche non verbali e incrementare abilità e competenze.
Nei momenti di lavoro in gruppo gli allievi
– lavorano in un contesto stimolante, che li induce a diventare protagonisti attivi del proprio operare;
– condividono materiali, idee e soluzioni;
– condividono emozioni;
– imparano a rispettare il lavoro e le idee altrui e a motivare le proprie scelte;
– facilitano con l’esempio il lavoro degli altri membri del gruppo, sostenendone la motivazione;
– sviluppano capacità di osservazione e imitazione di modelli più “esperti”;
– acquisiscono autonomie sul piano funzionale;
– tramite il confronto con gli altri membri del gruppo sviluppano senso critico rispetto ai risultati del
proprio operare, senza accumulare frustrazione o perdere in autostima.
La partecipazione a uno o più laboratori è frutto di una scelta che i docenti (di sostegno e curricolari) condividono con la famiglia, in base agli effettivi bisogni di ogni singolo allievo e in base agli obiettivi di breve e medio termine previsti nei singoli Piani Educativi Individualizzati.
Per quanto possibile si cerca di favorire la partecipazione anche dei compagni di classe con l’obiettivo di:
– potenziare il senso di responsabilità, affidando loro un ruolo di tutor nei confronti dei compagni più fragili;
– fare esperienze finalizzate a riconoscere attitudini personali ed interessi, da sviluppare anche in vista del futuro inserimento nel mondo del lavoro o dell’orientamento post-diploma;
– aiutarli a comprendere bisogni e necessità degli altri, espressi anche attraverso linguaggi non convenzionali.
PROGETTO_INCLUSIONE_- Un possibile protocollo di azioni e procedure irrinunciabili